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S. Fosca / St. Foška

Nella chiesa di S. Fosca ogni 13 febbraio, in oc-casione della ricorrenza, si radunano molti fedeli. In questo periodo la chiesa è molto frequentata, ma la sua atmosfera andrebbe meglio vissuta con tranquillità. Venne costruita nell’angolo di una centuriazione (appezzamento di terra coltivabi-le secondo un antico schema romano). Questo sistema di suddivisione agraria è ancora ben rico-noscibile proprio nel Dignanese. Questo antico monumento è pregevole quanto la vicina Arena, l’Arco dei Sergi o il Tempio di Augusto. In que-sta zona, che annovera numerosi monumenti archeologici, troviamo anche la maggior concen-trazione di casite, costruzioni tradizionali istriane realizzate con la tecnica del muro a secco. Nelle vicinanze di S. Fosca si trova una località dove sorgono tre casite raggruppate; poco discosta ne sorge un’altra, la più antica; proseguendo c’im-battiamo nella quinta casita, che si distingue per le sua ampia metratura.

Il dipinto murale nella chiesa di S. Fosca fu rea-lizzato all’inizio del XII secolo, subito dopo la co-struzione della chiesa. Da un punto di vista tec-nico non può defnirsi propriamente un afresco, bensì una sorta di mezza tempera. Cristo siede su di un trono tempestato di pietre preziose, all’in-terno di una mandorla dai colori dell’arcobaleno. Con la destra benedice alla maniera orientale e con la sinistra regge un libro sulle ginocchia. Il libro reca un’abbreviazione che sta per ego sum omnipotens deo (Io sono il Dio onnipotente). La mandorla viene elevata in cielo da quattro angeli, sotto i quali sei apostoli ammirano stu-piti l’Ascensione. Gli apostoli sono solo sei per esigenze tecniche, probabilmente per conservare le dimensioni delle fgure nonché la monumen-talità della composizione. Lo sfondo è suddiviso in cinque fasce orizzontali. Nella più bassa si tro-vano gli apostoli e i piedi del Cristo. Sopra que-sta fascia ce n’è una più chiara che viene sforata dalle aureole degli apostoli: conteneva un testo in lingua latina, oggi illeggibile, probabilmente il modello letterario del tema. Su in cima, oltre il cielo, si trova una spessa bordura con un orna-mento intrecciato. Sotto l’Ascensione due uccelli bevono dal calice, simbolo dell’eucaristia. Nella conca dell’abside vediamo dei frammenti della Sedes Sapientiae (la Madonna sul trono con Cristo in braccio). Si nota un’estrema stilizzazione dei personaggi in un ornamento geometrizzato. Questi afreschi si attribuiscono a una bottega del nord-Italia che utilizza modelli di provenien-za meridionale.

Valmadorso /Batvači

S. Fosca / St. Foška

Nella chiesa di S. Fosca ogni 13 febbraio, in oc-casione della ricorrenza, si radunano molti fedeli. In questo periodo la chiesa è molto frequentata, ma la sua atmosfera andrebbe meglio vissuta con tranquillità. Venne costruita nell’angolo di una centuriazione (appezzamento di terra coltivabi-le secondo un antico schema romano). Questo sistema di suddivisione agraria è ancora ben rico-noscibile proprio nel Dignanese. Questo antico monumento è pregevole quanto la vicina Arena, l’Arco dei Sergi o il Tempio di Augusto. In que-sta zona, che annovera numerosi monumenti archeologici, troviamo anche la maggior concen-trazione di casite, costruzioni tradizionali istriane realizzate con la tecnica del muro a secco. Nelle vicinanze di S. Fosca si trova una località dove sorgono tre casite raggruppate; poco discosta ne sorge un’altra, la più antica; proseguendo c’im-battiamo nella quinta casita, che si distingue per le sua ampia metratura.

Il dipinto murale nella chiesa di S. Fosca fu rea-lizzato all’inizio del XII secolo, subito dopo la co-struzione della chiesa. Da un punto di vista tec-nico non può defnirsi propriamente un afresco, bensì una sorta di mezza tempera. Cristo siede su di un trono tempestato di pietre preziose, all’in-terno di una mandorla dai colori dell’arcobaleno. Con la destra benedice alla maniera orientale e con la sinistra regge un libro sulle ginocchia. Il libro reca un’abbreviazione che sta per ego sum omnipotens deo (Io sono il Dio onnipotente). La mandorla viene elevata in cielo da quattro angeli, sotto i quali sei apostoli ammirano stu-piti l’Ascensione. Gli apostoli sono solo sei per esigenze tecniche, probabilmente per conservare le dimensioni delle fgure nonché la monumen-talità della composizione. Lo sfondo è suddiviso in cinque fasce orizzontali. Nella più bassa si tro-vano gli apostoli e i piedi del Cristo. Sopra que-sta fascia ce n’è una più chiara che viene sforata dalle aureole degli apostoli: conteneva un testo in lingua latina, oggi illeggibile, probabilmente il modello letterario del tema. Su in cima, oltre il cielo, si trova una spessa bordura con un orna-mento intrecciato. Sotto l’Ascensione due uccelli bevono dal calice, simbolo dell’eucaristia. Nella conca dell’abside vediamo dei frammenti della Sedes Sapientiae (la Madonna sul trono con Cristo in braccio). Si nota un’estrema stilizzazione dei personaggi in un ornamento geometrizzato. Questi afreschi si attribuiscono a una bottega del nord-Italia che utilizza modelli di provenien-za meridionale.

Valmadorso /Batvači

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