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S. Sebastiano / St. Sebastian S. Caterina / St. Catherine

Nella chiesetta di S. Sebastiano, sul lato destro, dietro alla cornice di un quadro barocco, spunta una mano che impugna una spada, particolare di un’illustrazione di S. Paolo. Il braccio muscoloso, la forma del drappeggio aderente al corpo e il caratteristico colorismo svelano le pennellate del maestro Domenico.

Afreschi più noti si trovano nella chiesa gotica di S. Caterina, edifcio armonico al quale è stata aggiunta una loggia con accesso su tre lati ma priva di fnestre. Lo stile gotico è riconosci-bile dalla transenna della fnestra sul retro della chiesa e dalla suddivisione interna a campate coperte da volte a crociera. Fino a poco tempo fa l’unico afresco conosciuto era la Croce viva sulla parete settentrionale della prima campata; su una delle pergamene decorative appare un’iscrizione in glagolitico risalente all’anno 1409. Vi sono anche altre pergamene, le cui iscri-zioni in glagolitico col tempo sono tanto sbiadite da risultare illeggibili. L’afresco è suddiviso in due campi delimitati da una cornice di nuvole stilizzate. Nel campo superiore è collocata l’allegoria della Gerusalemme celeste con Dio. Nel campo inferiore vediamo un Crocifsso tra-sfgurato: i bracci della croce si allungano in quattro mani. Una di queste impugna una spada e trafgge la testa della fgura allegorica (sinagoga) che cavalca un somaro dagli occhi bendati

mentre con una mano ghermisce un agnello e con l’altra tiene una lancia spezzata su cui sventola una bandierina con uno scorpione: questa scena simboleggia l’abolizione del Vec-chio Testamento. La chiesa del Nuovo testamento è invece rappresentata da un personaggio incoronato: lo vediamo inginocchiato sui simboli dei quattro evangelisti e viene benedetto da uno dei bracci della croce. Il braccio superiore apre la porta della Gerusalemme celeste alle anime beate, quello inferiore sfonda la porta del limbo, mentre i diavoli si ribellano scoccando delle freccette con gli archi. Nella scena sono illustrati altri due personaggi simbolici: l’angelo con l’organo simboleggia l’armonia, mentre la disarmonia è rappresentata dal diavolo che sofa in due trombe ed emette gas intestinali da sotto la coda di capra. Nella parte sinistra della composizione è rafgurata la titolare della chiesa, ovvero S. Caterina d’Alessandria che regge una ruota spezzata, attributo del suo martirio.

Restauri recenti hanno svelato resti di afreschi anche sulla parete del presbiterio. Si diferen-ziano da quelli della Croce viva a partire dal colorito: si presuppone che i colori siano sbiaditi col tempo o alterati dagli interventi di restauro. Nell’ultimo frammento riportato alla luce possiamo riconoscere la scena del Bacio di Giuda. Il volto di S. Pietro (il caratteristico taglio di capelli con la tonsura, la forma degli occhi e il naso grosso e marcato) è paragonabile a quello degli apostoli situati all’interno dell’abside di Bottonega: insieme alla somiglianza delle impressioni a stampo, il volto è un ulteriore elemento che conferma il legame di questi cicli.

S. Sebastiano / St. Sebastian S. Caterina / St. Catherine

Nella chiesetta di S. Sebastiano, sul lato destro, dietro alla cornice di un quadro barocco, spunta una mano che impugna una spada, particolare di un’illustrazione di S. Paolo. Il braccio muscoloso, la forma del drappeggio aderente al corpo e il caratteristico colorismo svelano le pennellate del maestro Domenico.

Afreschi più noti si trovano nella chiesa gotica di S. Caterina, edifcio armonico al quale è stata aggiunta una loggia con accesso su tre lati ma priva di fnestre. Lo stile gotico è riconosci-bile dalla transenna della fnestra sul retro della chiesa e dalla suddivisione interna a campate coperte da volte a crociera. Fino a poco tempo fa l’unico afresco conosciuto era la Croce viva sulla parete settentrionale della prima campata; su una delle pergamene decorative appare un’iscrizione in glagolitico risalente all’anno 1409. Vi sono anche altre pergamene, le cui iscri-zioni in glagolitico col tempo sono tanto sbiadite da risultare illeggibili. L’afresco è suddiviso in due campi delimitati da una cornice di nuvole stilizzate. Nel campo superiore è collocata l’allegoria della Gerusalemme celeste con Dio. Nel campo inferiore vediamo un Crocifsso tra-sfgurato: i bracci della croce si allungano in quattro mani. Una di queste impugna una spada e trafgge la testa della fgura allegorica (sinagoga) che cavalca un somaro dagli occhi bendati

mentre con una mano ghermisce un agnello e con l’altra tiene una lancia spezzata su cui sventola una bandierina con uno scorpione: questa scena simboleggia l’abolizione del Vec-chio Testamento. La chiesa del Nuovo testamento è invece rappresentata da un personaggio incoronato: lo vediamo inginocchiato sui simboli dei quattro evangelisti e viene benedetto da uno dei bracci della croce. Il braccio superiore apre la porta della Gerusalemme celeste alle anime beate, quello inferiore sfonda la porta del limbo, mentre i diavoli si ribellano scoccando delle freccette con gli archi. Nella scena sono illustrati altri due personaggi simbolici: l’angelo con l’organo simboleggia l’armonia, mentre la disarmonia è rappresentata dal diavolo che sofa in due trombe ed emette gas intestinali da sotto la coda di capra. Nella parte sinistra della composizione è rafgurata la titolare della chiesa, ovvero S. Caterina d’Alessandria che regge una ruota spezzata, attributo del suo martirio.

Restauri recenti hanno svelato resti di afreschi anche sulla parete del presbiterio. Si diferen-ziano da quelli della Croce viva a partire dal colorito: si presuppone che i colori siano sbiaditi col tempo o alterati dagli interventi di restauro. Nell’ultimo frammento riportato alla luce possiamo riconoscere la scena del Bacio di Giuda. Il volto di S. Pietro (il caratteristico taglio di capelli con la tonsura, la forma degli occhi e il naso grosso e marcato) è paragonabile a quello degli apostoli situati all’interno dell’abside di Bottonega: insieme alla somiglianza delle impressioni a stampo, il volto è un ulteriore elemento che conferma il legame di questi cicli.

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