Canale di Leme - San Michele di Leme - Contea - Duecastelli

Duecastelli

È un sito singolare: non fu arsa e nemmeno distrutta dalle guerre, eppure è stata abbandonata dai suoi abitanti. Si trova nei pressi di Canfanaro, sopra il Canale di Leme. Duecastelli aveva una posizione privilegiata rispetto alle vie medievali. La sua esistenza risale alla preistoria come antico castelliere; ne seguiamo le sorti anche nell’ambito della provincia romana, quale rocca posta al confine fra gli agri di Pola e Parenzo. Lo stesso toponimo allude alla presenza in loco di due cittadelle. Le odierne rovine appartengono a Moncastello, la cittadella più a nord; la seconda, Parentin, fu abbandonata nel X secolo e si riconosce a malapena.

I resti lasciano presupporre che la città fosse sviluppata e ricca; in seguito andò incontro alla decadenza causata dalle invasioni barbariche e dalle pestilenze. Duecastelli ha combattuto contro i Genovesi, è stata assoggettata dai Veneziani, attaccata dagli Uscocchi, ma non si è mai lasciata conquistare. Nel sec. XVII, a causa del diffondersi della peste e della malaria, gli abitanti abbandonarono definitivamente la città.

Di Duecastelli oggi rimangono la porta d’accesso alla città, due anelli di mura, qualche torrione difensivo e i ruderi di alcune case. I meglio conservati sono la canonica e, nei pressi dell’entrata centrale, la sede della guardia cittadina. Meritano di essere menzionati anche i resti della chiesa di S. Sofia (sec. XI), eretta sulla principale altura di Duecastelli sulla base di una chiesa romanica più antica. Sul pulpito del XV secolo, oggi custodito nella chiesa parrocchiale di Canfanaro, si vede un rilievo con l’immagine di S. Sofia che sorregge due città. Ai piedi delle mura cittadine sorge la chiesa affrescata di S. Maria di Lacuzzo (sec. XV).

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