Paugnano - Parco naturale: Il ciglione carsico - San Servolo

San Servolo

Rivolta al golfo di Trieste e sorta sulle fondamenta di un castelliere illirico, la fortezza di San Servolo resiste da secoli alla bora e al passare del tempo. L’insediamento, il cui nome deriva dal santo compatrono di Trieste assieme a San Giusto, viene nominato per la prima volta nel 1040. Secondo la leggenda, il giovane Servolo, dopo essersi convertito al cristianesimo, si ritirò in preghiera in una vicina grotta, finché il governatore di Trieste non lo fece uccidere (anno 283 o 284).

Un tempo la fortezza era posta a controllo della zona confinaria dove passavano importanti assi viarie; era perciò bersaglio di assalti e teatro di battaglie tra Veneziani e Triestini. Nel Basso Medioevo il fortilizio si ampliò con l’aggiunta di vani abitativi, per diventare infine una vera e propria caserma militare abitata da soldati di ventura. Tuttavia, nella seconda metà del sec. XIV, i nobili cittadini si disinteressarono all’esercito mercenario e alla vita militare, ricorrendo a migliori fonti di guadagno.
Dopo la pace di Worms, la fortezza divenne sede di una signoria e prese a vivere di agricoltura: vi facevano capo i territori del vecchio agro triestino; recuperò inoltre i villaggi di cui era stata spossessata nel passato.

Nonostante la produzione di un rinomato vino autoctono, i proprietari s’indebitarono e furono costretti a vendere i loro possedimenti. La fortezza, sopravvissuta a incendi, devastazioni e continui passaggi di proprietà, è stata infine ristrutturata nel 1925. Il suo aspetto odierno differisce notevolmente da quello riportato dallo storico Valvasor nel volume intitolato Gloria del Ducato della Carniola. Egli descrive nel dettaglio anche la cosiddetta Grotta Santa, l’unica chiesa sotterranea al mondo, dove ogni mese di maggio si celebra una messa in onore del martire.

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