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Saline di Sicciole
Nell’Adriatico settentrionale si schiude un panorama meraviglioso su un reticolo di bacini recintati, ove si riverberano il luccichio del mare e il bianco del sale: un paesaggio a dir poco incantevole che desta la nostra curiosità e accende la nostra vena artistica. Delle tante saline presenti un tempo nel golfo di Trieste si sono conservate soltanto quelle di Sicciole e Strugnano, dove si continua a estrarre il sale secondo metodi tradizionali. Questo ambiente, ora protetto, ha condizionato per secoli l’economia di questa zona e dei relativi governi: le saline di Sicciole erano oggetto di contese politiche e guerre, essendo il sale una preziosissima materia prima soggetta a monopolio, utilizzata per la conservazione dei cibi e per la produzione di polvere da sparo. Le vasche, le canalizzazioni, gli argini con mura contenitive di pietra dotati di scalini e chiuse, le case dei “salinari” nonché l’ambiente circostante (strade, ponti e pompe) hanno un alto valore culturale, perché ultimi testimoni di una civiltà mediterranea in via di sparizione. L’area delle saline è oggi anche parco naturale, habitat privilegiato di rare specie animali e vegetali.
Nel comprensorio delle saline è attivo un museo storico-didattico: comprende una casa tipica e un fondo salinaro con canale adduttore per l’acqua marina; vi si tengono dimostrazioni di come si estraeva il sale nel sec. XIV. Negli interni della casa è esposta una collezione etnografica.
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