Saline di Sicciole - Valle del Dragogna

Valle del Dragogna

La valle del Dragogna esercita un forte richiamo su tutti gli amanti della natura incontaminata, selvatica e pervasa di storia. Già i Romani consideravano questa zona una vera miniera: lungo tutta la lunghezza del fiume, sui 29 km di sponde, si mieteva il grano. Erano in attività oltre 40 mulini, di cui sono stati restaurati soltanto quelli di Kodarin e di Mazurin.
Il Dragogna non sgorga da un’unica sorgente, lo alimentano bensì i vari ruscelli montani che vi affluiscono prima che il fiume s’immetta in un ampio pianoro, per infine sfociare nel mare scorrendo attraverso le saline di Sicciole. Quest’ambiente ospita numerose specie animali e vegetali, fra cui alcune a rischio di estinzione. Così, mentre il fiume scorre impetuoso tra i banchi di sabbia creando rapide, vortici e cascate, tra le chiome degli alberi secolari, alla cui ombra riposa la selvaggina, risuona il canto di uccelli rari. Questa valle appare come un paesaggio arcadico.

Il territorio è inserito nel Parco naturale Dragogna.
Nell’abbraccio del fiume giacciono tre borghi (Truscolo, Laura e Boste), nei cui casali si ravvisa il tipico volto dell’architettura istriana. Il più caratteristico è Boste con la sua chiesetta affrescata di S. Rocco (XVI sec.); secondo la leggenda è il paese natio di S. Nazario, patrono di Capodistria.
Il periodo più indicato per visitare la valle è da novembre ad aprile, quando il fiume Dragogna è ricco d’acqua.

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