- Saline di Sicciole - Valle del Dragogna
- S. Pietro dell’Amata - Villanova di Pirano - Padena
- Paugnano - Parco naturale: Il ciglione carsico - San Servolo
- San Sergio - Ospo - Covedo
- Momiano - Grisignana - Pietrapelosa - Il Quieto
- Bastia - Castagna - Parenzana
- Portole - Piemonte - Levade - Stridone
- Terme di Santo Stefano - Foresta di Montona - Visignano
- Grotta del Marmo - Regno di Festini - Grotta Baredine
- Canale di Leme - San Michele di Leme - Contea - Duecastelli
- Canfanaro - Valle - Palù - Dignano - le is ole: Brioni - Fasana
- Sanvincent - Antignana - Pedena - Gallignana
- Bellai - Sumbero - Cosliacco - Passo
- Poglie - Chersano - Il castello di Bogliuno - Lupogliano
- Fianona - Il golfo del Quarnero - Bersezio
- Parco naturale del: Monte Maggiore - Moschiena
Bellai - Sumbero - Cosliacco - Passo
Bellai
A differenza degli altri castelli istriani Bellai è popolato e la vita vi si svolge quasi uguale a secoli addietro. Rinnovato e molto vitale rievoca la sua ricca storia. La più remota testimonianza dell’esistenza del castello è l’atto di donazione di Enrico IV (metà del sec. XI). Egli donò il maniero a Ulrich II Weimar-Orlamunde, già signore di Lupogliano, Bogliuni, Letai, Rozzo e Cosliacco.
Il castello che viene poi governato dai patriarchi d’Aquileia, agli inizi del sec. XIV viene rilevato dai conti di Gorizia e nel sec. XVI perviene agli Asburgo. Sotto la loro dominazione l’antico castello di Bellai viene abbandonato e nelle sue vicinanze viene eretta la fortezza Posrt, postazione cruciale durante la guerra degli Uscocchi, quando servì da base a da riparo agli arciduchi austriaci. Bellai uscì piuttosto malconcia dalla guerra contro Venezia, perciò Daniele Barbo, venutone in possesso, lo fece ristrutturare.
Il castello si presenta come un imponente complesso barocco costituito da un’ala abitativa, una cantina vinicola e stalle. Al pianterreno è sistemata la cappella di S. Enrico, l’unica intitolata a questo santo in Istria.
Verso la fine del sec. XVII Bellai fu acquistato da Johann Weichard Auersperg. I suoi discendenti ne mantennero la proprietà con annesse tenute fino al 1945, quando i loro beni furono confiscati e nazionalizzati.