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Dignano

In questa zona ci sono testimonianze di vita risalenti a tempi remotissimi: sul colle che sovrasta Dignano sono infatti visibili i resti dei bastioni di un castelliere.
Quando conquistarono l’Istria nel 177 a.C., i Romani distribuirono i fondi fra i soldati più meritevoli: la zona di Dignano fu assegnata al soldato Attinianum, dal quale la località prese il nome. All’epoca il castello esisteva già, era una struttura fortificata posizionata in un punto strategico, con mura alte e massicce, torre di vedetta e ponte levatoio. Nell’odierna piazza, lastre di pietra bianca contrassegnano la pianta dell’antica cisterna e del castello.

All’interno del suo nucleo storico il tempo sembra essersi fermato al Medioevo: troviamo stretti passaggi e viuzze che serpeggiano irregolarmente fra le case dalle facciate di pietra lavorata, vecchie vie dallo stile specifico, numerose chiese. Nel sec. XV Dignano si dà uno statuto municipale: il manoscritto originale è giunto integro fino a noi. In questo stesso periodo Dignano è centro di transito e, nella chiesa di S. Martino, ospita il Tribunale dell’Inquisizione per l’Istria. Fu l’unica città istriana a non essere stata colpita dalla peste.

A ovest del castello individuiamo palazzo Bettica, mentre a sud palazzo Bradamante (sec. XIII) e la chiesa di S. Maria del Carmelo (sec. XVII), entrambi sorti sull’antica loggia ovvero l’emporio cittadino. Nei pressi di palazzo Bettica è stata costruita la chiesa di S. Biagio, dominata da un campanile (sec. XIX) che con i suoi 62 m è il più alto dell’Istria. 
La chiesa custodisce una collezione d’arte sacra: tanti sono i cimeli esposti, ma i più preziosi sono indubbiamente i corpi incorrotti di alcuni santi, noti come “le mummie dignanesi”. Qui ricordiamo le reliquie dei santi Sebastiano e Maria d’Egitto, nonché le spoglie mortali di S. Nicolosa (sec. XV) che risultano essere le meglio conservate d’Europa.
Il vasto circondario di Dignano disseminato di caratteristiche casite – muriccioli costruiti a secco che indicano i confini delle proprietà – racconta di quel millennio in cui la fonte basilare del sostentamento era l’agricoltura (olivicoltura e viticoltura).

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