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Grisignana
Questa cittadina medievale – da sempre molto pittoresca e oggi conosciuta come “paese degli artisti” – va fiera della storia di cui è imbevuta. Grisignana ha mantenuto la fisionomia e lo stile di vita di un tempo, facendo rivivere all’osservatore la quotidianità dei secoli trascorsi.
Giova ricordare che le bellezze naturali che entusiasmano noi uomini moderni, nel passato, mancando la tecnologia e la conoscenza di cui disponiamo, impressionavano tanto più sia gli abitanti che i viandanti: destavano profondo rispetto e ammirazione, e rappresentavano un valore aggiunto.
La località, un tempo castello molto conosciuto, era circondata da grossi bastioni in cui s’aprivano due porte, delle quali si è conservata la Porta Maggiore accessibile da un ponte levatoio. Dal maestoso belvedere sulle mura, la vista spazia sulla campagna circostante fino all’orizzonte.
La storia di Grisignana inizia con l’arrivo degli Histri e con la costruzione di un tipico castelliere, in epoca successiva conquistato dai Romani che lo trasformano in fortezza. Ne sono testimonianza le iscrizioni, le monete e i mosaici. Nell’atto di donazione al patriarca d’Aquileia (sec. XI) si riscontra la prima menzione di Grisignana come cittadella fortificata. Per tutto il travagliato periodo medievale Grisignana lotta per mantenere la sua posizione. Affacciata sulla valle del fiume Quieto, che costeggiando la via consolare Flavia si estende fino a Villanova del Quieto vicino a Verteneglio, Grisignana possedeva uno sbocco al mare con il porto di Bastia sul Quieto, il che incentivò il commercio. Nel magico triangolo fra il porto e Verteneglio, Grisignana ebbe un ruolo dominante: se da un lato poteva contare sulla sua potenza economica, dall’altro teneva sempre d’occhio i vicini e le loro intenzioni.
Grisignana seguì le sorti di altre cittadine istriane che passavano da una dinastia all’altra: fu persa in battaglia e riconquistata, fu ipotecata, venduta, data a garanzia del rimborso dei danni di guerra... Sempre confermando la sua importanza, è stata anche sede dei capitanati e dei podestà di Venezia, sotto la giurisdizione di Pietrapelosa e Venezia, fino al XVII secolo, allorché un’epidemia di peste spopolò il territorio. Va sottolineato che Grisignana si era data un suo statuto e un codice già nel sec. XIV pur essendo sotto il dominio di Venezia.
Per dare nuovo impulso all’economia e alla produzione agricola della regione, la Serenissima incentivava il trasferimento in zone semidisabitate, cedendole a famiglie venete, friulane e slave a condizioni particolarmente favorevoli. I vantaggi economici della colonizzazione ebbero delle ricadute positive anche sullo sviluppo della cittadina: l’incremento degli scambi e dei traffici commerciali determinò la crescita demografica.
Completano l’immagine della Grisignana antica la porta cittadina e la chiesa dei SS. Cosma e Damiano (XVI sec.) con campanile a vela privo di campana. Il duomo (XIV sec.) al centro del paese, originariamente dedicato alla Madonna, è oggi intitolato ai SS. Vito, Modesto e Crescenzia. Oltre al palazzo del podestà Spinotti, va ricordata la loggia veneziana (XVI sec.) dove si riuniva il tribunale.
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