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Sanvincenti
Situata su un altipiano fra Barbana, Gimino, Duecastelli, Valle e Dignano, con le maestose querce del bosco circostante a farle da corona, Sanvincenti deve la sua esistenza ai benedettini ravennati giunti in zona nel VI secolo.
La località ha diversi nomi – Svetvinčenat, Savičenta, San Vincenti – tutti però derivati dal nome del patrono, il martire S. Vincenzo. A lui è dedicata la stessa abbazia attorno alla quale si è concentrata la cittadina. I laboriosi padri benedettini guadagnarono terra ai boschi, lavorarono la terra rossa, costruirono le abitazioni e la chiesa, attirando così i primi abitanti. Questa zona, allora come oggi, era priva di corsi d’acqua e non a caso l’abbazia fu eretta nei pressi di uno stagno bonificato di recente. La località era rilevante anche perché posta a confine tra le tre diocesi di Parenzo, Pola e Pèdena. Sanvincenti si trova spesso menzionata nei documenti: ve n’è uno del X sec. che stabilisce la giurisdizione della diocesi di Parenzo sulla località; nel XII sec. il Papa conferma al vescovo parentino il pieno possesso della chiesa di S. Vincenzo; la località compare anche nella Delimitazione istriana, relazione che riporta il viaggio di una commissione recatasi in Istria per marcare ufficialmente i confini. Ancor oggi sono riconoscibili le croci tracciate su delle grosse pietre a contrassegnare i confini della parrocchia.
Nel corso della storia Sanvincenti passa spesso di mano in mano: trascorre diversi secoli sotto il potere di Bisanzio; conosce i padroni longobardi e il dominio franco; vive sottomessa al vescovo di Parenzo e al patriarca d’Aquileia; è affidata ai conti di Gorizia e alla famiglia dei Sergi di Pola (futuri Castropola). Nel XV sec. la famglia Morosini termina la ristrutturazione del castello. Prende quindi avvio la trasformazione della località in un abitato rinascimentale: si apre un’ampia piazza delimitata dal castello, dalla chiesa parrocchiale, dalla loggia pubblica e da altri palazzotti; in mezzo allo spiazzo è collocata la cisterna. Sanvincenti passa infine alla famiglia Grimani come dono di nozze.
Non rari episodi di brigantaggio guastavano i rapporti fra la località e i paesi circostanti; lo stesso dominio austriaco prediligeva i grandi possidenti terrieri. La posizione privilegiata dei latifondisti, nel periodo fra le due guerre mondiali, porterà tra l’altro all’inasprirsi del conflitto etnico.
Monumenti rilevanti sono il castello Morosini-Grimani (XIII sec.), la chiesa di Santa Maria Annunziata (XIII sec.), la piazza con la cisterna, la chiesetta di S. Vincenzo (con affreschi del sec. XII) e la chiesetta di S. Caterina (con affreschi risalenti all’inizio del sec. XVIII).