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Visignano
Questa zona è percorsa da strade romane che si diramano dalla Via Flavia, l’arteria principale che univa Trieste, Parenzo, Pola e Fiume. Queste diramazioni non sono che delle vie d’accesso ai vari insediamenti. Centro di quest’area è Visignano, le cui origini risalgono al II sec. a.C.
Sconfitti gli Histri, Roma assegna l’Istria alla X Provincia e Visignano viene inclusa nell’agro parentino. A questo periodo si fa risalire il toponimo Vicinianus, derivato dal nome del veterano cui fu affidato questo fondo. La storia più recente di Visignano ha inizio con la caduta dell’Impero Romano e l’innalzamento di un villaggio che nei secoli a venire vivrà di agricoltura e allevamento. Il primo documento scritto che nomina Visignano risale al sec. XIII: è questo un periodo di controversie in merito alla riscossione dei tributi derivanti dal lavoro dei servi della gleba fra i nobili di Parenzo e Montona, che all’epoca possedeva un’ampia zona di Visignano. Nel sec. XIII Montona si arrende a Venezia: d’ora in poi il destino di questi luoghi sarà legato alla Serenissima. Gli archivi veneti documentano un’alternanza al potere di nobili, vescovi e capitani. L’arrivo dei Turchi nel sec. XV motiva il rinnovo dei bastioni, tuttavia lo sviluppo della località viene interrotto dall’epidemia di peste che verso la fine del sec. XVI decima la popolazione. La Repubblica di Venezia allora richiama in questi territori i profughi dalmato-croati scampati all’avanzata turca.
L’amministrazione austriaca eleva Visignano a città autonoma e ne ufficializza lo stemma. Sulle fondamenta della chiesa antica inizia la costruzione di un edificio sacro più grande con la facciata rivolta a sud; davanti alla chiesa si costruisce una capiente cisterna comunale per l’approvvigionamento idrico.
Visignano ha trascorso gli anni della guerra come la maggior parte delle località istriane, dando un grande tributo di vite sacrificate nella partecipazione attiva alle battaglie.
In paese troviamo la chiesa parrocchiale dei SS. Quirico e Giuditta, un campanile alto 28 metri, palazzo Sincich, la chiesetta affrescata di S. Antonio con un’iscrizione in glagolitico (sec. XIV) e la loggia cittadina (sec. XVII).