Draguccio – Passo – Gradigne – Moncalvo

Gradigne

Ognissanti

Il meandro dei sentieri istriani ci conduce in questo luogo da dove non si può proseguire, come se fossimo giunti in capo all’Istria. La vista che si estende dalla strada sovrastante l’abitato adiacente al Golfo di Fianona è tanto bella da mozzare il fiato. Questa conca naturale risente del benefico influsso del clima mediterraneo, tanto che nel cuore dell’Istria continentale regnano gli ulivi. Come per Passo, le grafiche di Valvasor hanno documentato l’aspetto del luogo, che presentava alcune case e una torre di difesa ormai crollata. L’unico dettaglio che Valvasor non registrò è il monumento più importante, la cappelletta cimiteriale di Ognissanti.

Gli esterni sono estremamente semplici (l’abside è inscritta), con un campanile a vela e una loggia prospiciente la facciata. Sbirciando alle spalle dell’altare, scorgeremo una piccola perla della pittura murale istriana. Tecnicamente lo strato più antico non può definirsi un affresco vero e proprio: infatti è stato realizzato su di un denso e sottile strato di latte di calce applicato sull’intonaco asciutto. Raffigura una serie di apostoli e angeli. Nonostante la parvenza rustica, poco attraente per l’occhio dell’osservatore moderno, questi dipinti esprimono una bellezza che va cercata nella loro immediatezza, nella linea delle pennellate pesanti tramite cui il maestro intendeva creare dei personaggi che sarebbero stati venerati dall’incolto contadino istriano. Questi affreschi (fine XIII secolo) sono tra i più antichi dell’Istria centrale. Sullo strato più recente, dipinto nella tradizione gotica della Deisis, Cristo sul trono è scortato da S. Sisto e dal Papa (destra) e da S. Lorenzo, diacono di Sisto (sinistra). A differenza dell’iconografia e degli ornamenti gotici, la formazione delle tonalità e la disposizione dei personaggi nello spazio si avvicinano già alla concezione rinascimentale. La datazione alla fine del XV secolo si desume dal graffito in glagolitico che padre Ambrožić, sacerdote del capitolo di Bogliuno, incise sui vestiti del Papa nel 1526.

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