
- Gradischie di San Canziano – Capodistria
- Popecchio – Sanigrado – Cristoglie
- Silun – Rozzo – Colmo
- Draguccio – Passo – Gradigne – Moncalvo
- Pèdena – Gallignana – Lindaro
- Pisino – Vermo
- Portole – Circoti – Raccotole di Montona
- Visinada – Madonna dei Campi, presso Visinada – Santa Domenica di Visinada
- Visignano – Mondellebotte – Parenzo
- S. Lorenzo del Pasenatico – Madonna del Lago
- Sorici – Duecastelli – Canfanaro
- Gimino – Sanvincenti
- Valle – Valmadorso – Fasana – Pomer
- Bicicci – Barbana – Prodol
- Iessenovizza – Villanova d’Arsa – Vragna
- Fianona – Bersezio – Laurana
Draguccio – Passo – Gradigne – Moncalvo
Draguccio
S. Eliseo
Arrivando da Cerreto, vi si offre un indimenticabile panorama di Draguccio. Entrando nell’abitato, la prima chiesa da visitare è la cappella cimiteriale di S. Eliseo, eretta verso la fine del XII secolo. Eliseo è un profeta del vecchio testamento, discepolo del profeta Elia. Il suo culto in Istria si è affermato presto: la più antica attestazione è la chiesa vicino a Fasana che gli fu consacrata ancora nel VI secolo. Circondata da cipressi, questa chiesa è un edificio semplice attorniato da un cimitero. L’unico tratto che la distingue da altre cappelle istriane è il colorismo della facciata. Le pareti esterne non sono intonacate; presentano invece due tipi di pietra arenaria (più scura e più chiara) disposti alternativamente in file orizzontali regolari che fanno assomigliare la chiesetta a una copia in miniatura delle chiese romaniche toscane. L’affresco meglio conservato è la scena del Crocifisso al centro della parete settentrionale, messa ulteriormente in risalto da una larga cornice verticale. Le scene dell’Annunciazione sull’arco trionfale, di Cristo sul trono nella conca dell’abside e le raffigurazioni della vita di Cristo sulle altre pareti fanno parte dell’iconografia sacra tradizionale. Destano interesse anche le scene delle anime nel grembo di Abramo (i tre patriarchi), il ricco che soffre le pene dell’inferno, la parabola del povero Lazzaro e la battaglia dei cavalieri in cima al velario. Quest’ultima è l’unica scena figurale di questo genere in Istria.
L’esecuzione delle figure umane è abbastanza approssimativa; lo sfondo risulta piatto, privo di qualsiasi illusione prospettica. I dipinti murali sono attribuiti a una scuola della fine del XIII secolo che rientra nelle tendenze pittoriche locali e riunisce questi affreschi a quelli del Ballarini sotto il comune concetto di arte romanica rurale istriana.
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