
- Gradischie di San Canziano – Capodistria
- Popecchio – Sanigrado – Cristoglie
- Silun – Rozzo – Colmo
- Draguccio – Passo – Gradigne – Moncalvo
- Pèdena – Gallignana – Lindaro
- Pisino – Vermo
- Portole – Circoti – Raccotole di Montona
- Visinada – Madonna dei Campi, presso Visinada – Santa Domenica di Visinada
- Visignano – Mondellebotte – Parenzo
- S. Lorenzo del Pasenatico – Madonna del Lago
- Sorici – Duecastelli – Canfanaro
- Gimino – Sanvincenti
- Valle – Valmadorso – Fasana – Pomer
- Bicicci – Barbana – Prodol
- Iessenovizza – Villanova d’Arsa – Vragna
- Fianona – Bersezio – Laurana
Draguccio – Passo – Gradigne – Moncalvo
Moncalvo
S. Maria di Moncalvo
Moncalvo (Gologorizza) è una frazione del comune di Cerreto e sorge lungo la strada che collega il centro del comune con gli abitati di Passo, Gradigne, Bellai, Bogliuno e Vragna. Da Moncalvo la strada conduceva verso Carbune e proseguiva in direzione di Sumbero e Albona. Il luogo è popolato fin da tempi antichi: lo attestano una decina di monumenti conservati nei dintorni. All’epoca Moncalvo si trovava nell’ager publicus, situato nelle immediate vicinanze dell’agro polese, parentino e triestino. In epoca più tarda, questo territorio sarebbe stato attraversato dal confine occidentale del regno croato dell’Alto Medioevo. I primi documenti scritti medievali attestano l’origine slava del toponimo e testimoniano dunque l’antica colonizzazione slava di questa parte dell’Istria, a dispetto dei tanti feudatari tedeschi che si susseguirono nel governo della zona durante tutto il Medioevo. È dato per certo che a Moncalvo si celebravano liturgie in veteroslavo: lo documentano i monumenti glagolitici pervenuti fino a noi. Il più antico è la Delimitazione istriana; tra i redattori che lo compilarono, va citato Mikula, sacerdote di Moncalvo.
Il più importante monumento medievale è la chiesa di S. Maria di Moncalvo, situata vicino a uno stagno. Prima della costruzione dell’acquedotto, gli stagni erano essenziali per la vita e l’economia del territorio istriano, come confermano numerosi statuti contenenti disposizioni sulla loro manutenzione e pulizia. Il termine stagno ricorre anche nella toponomastica, come nel caso della chiesa di S. Maria nella sua denominazione croata (Sv. Marija kod Lokve, dove lokva sta per stagno). Se guardiamo alla tipologia architettonica, l’edificio va inserito tra le chiese con absidi inscritte. Tuttavia, nel corso delle successive trasformazioni, l’abside è stata eliminata e il suo posto è oggi occupato da un altare ligneo in stile barocco risalente alla metà del XVII secolo. Il dipinto murale sulla parete settentrionale che raffigura l’Adorazione dei Magi viene indicato come la più antica rappresentazione di questo tema in Istria insieme con l’Adorazione di Bottonega; in realtà il più antico è quello della chiesa di S. Eliseo a Draguccio.
Branko Fučić, nella sua monografia sugli affreschi istriani, ha dedicato un posto speciale proprio ai dipinti murali della chiesa di S. Maria, datandoli a cavallo fra il XIV e il XV secolo. La datazione trova conferma in un graffito in glagolitico firmato nel 1416 dal sacerdote Antonio di Fiume. Fra i tanti graffiti ne segnaliamo uno in lingua latina (1482) recante la firma Agatha muliera: questo testimonia l’alfabetizzazione delle donne nella Contea di Pisino.
L’artista che dipinse la Vergine Maria si attenne al modello che mescola la moda tardogotica dei palazzi europei a motivi orientali, come i cammelli sui quali avanza la processione. Nonostante l’intera composizione risulti piatta con una prospettiva appena percettibile, i visi dei santi sono modellati sfruttando diverse tonalità di colore. Nella tavolozza predominano i colori pastello dell’incarnato e del paesaggio circostante, le tonalità del giallo e del rosso ocra e il blu con nuance verde pastello; nei dettagli è visibile il pigmento nero. I disegni preparatori sono realizzati in rosso ocra. Dal punto di vista stilistico, la pittura è influenzata dalla corrente pittorica friulana improntata dall’opera di Vitale da Bologna. Questi influssi si ritrovano ampiamente in vaste aree dell’Austria e della Slovenia, mentre in Istria hanno giocato un ruolo indiretto e marginale.
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