- Gradischie di San Canziano – Capodistria
- Popecchio – Sanigrado – Cristoglie
- Silun – Rozzo – Colmo
- Draguccio – Passo – Gradigne – Moncalvo
- Pèdena – Gallignana – Lindaro
- Pisino – Vermo
- Portole – Circoti – Raccotole di Montona
- Visinada – Madonna dei Campi, presso Visinada – Santa Domenica di Visinada
- Visignano – Mondellebotte – Parenzo
- S. Lorenzo del Pasenatico – Madonna del Lago
- Sorici – Duecastelli – Canfanaro
- Gimino – Sanvincenti
- Valle – Valmadorso – Fasana – Pomer
- Bicicci – Barbana – Prodol
- Iessenovizza – Villanova d’Arsa – Vragna
- Fianona – Bersezio – Laurana
Draguccio – Passo – Gradigne – Moncalvo
Draguccio
S. Rocco
La cappella di S. Rocco si colloca all’altro lato del paese. Per raggiungerla, si attraversa una lunga via centrale popolata sempre più da gatti e sempre meno da uomini. Giunti sulla piazza principale della cittadina osserviamo un pozzo, la chiesa parrocchiale, il belvedere e un porticato che collega alcune case e i resti di un antico castello. Attraversando questo passaggio, percorriamo il nucleo più antico di Draguccio. Al limite dell’abitato sorge la cappella di S. Rocco, protettore dalla peste. Nel XV e XVI secolo si usava costruire le chiese dedicate a questo santo alle porte dei centri abitati per scongiurare le pestilenze. A questo tema è dedicato uno degli affreschi: raffigura una moltitudine di cadaveri trafitti da frecce che simboleggiano la morte e la peste. Sulla parete del presbiterio, all’interno del campo centrale, è raffigurato S. Rocco con altri due santi che si invocano in caso di simili malattie: S. Sebastiano e S. Fabiano. I rimanenti affreschi rappresentano scene standard del ciclo cristologico, i quattro padri della chiesa e altri santi. Tra le consuete figurazioni, all’entrata spicca l’Imago pietatis, ovvero la rappresentazione del Cristo Dolente. Al centro di un largo sarcofago vediamo il Cristo, dipinto a petto nudo, con le mani giunte e gli occhi chiusi; lo circondano le Quattro Marie, Giovanni e due angeli in preghiera posti agli angoli inferiori della scena. Sullo sfondo ci sono gli attributi della Passione di Cristo: la croce, la lancia e il bastone con la spugna. Tra le scene presenti sulle altre pareti un posto di riguardo spetta all’Adorazione dei Magi che si dilata in lunghezza occupando quasi per intero la parete settentrionale e consiste di più cornici unite in una sola: il congedo da Erode, l’incontro e la riunione dei re, il viaggio e l’adorazione. I tratti del disegno predominano sul colore. Le forme rinascimentali, adattate e rielaborate, hanno dato vita a figure simili a bambole con labbra piene e pronunciate, guance rotonde e rosse, e occhi attentamente disegnati.
Gli affreschi sono opera del pittore istriano Antonio da Padova (questo era il nome antico di un paese vicino a Cassierga detta anche Villa Padova). L’iscrizione in glagolitico sopra la porta (1529) indica la datazione degli affreschi. Oltre al pittore, vi si trovano menzionati gli zupani e i vicezupani di Draguccio, nonché padre Andrija Prašić, l’autore dell’iscrizione e allora parroco di Draguccio. Gli affreschi qui descritti non costituiscono l’unica opera del maestro: nel 1533 dipinse un trittico d’altare per la chiesa di S. Gerolamo a Colmo, oggi esposto al Museo diocesano di Parenzo; prima del 1534 terminò gli affreschi della chiesa di S. Rocco a Portole.
La cappella di S. Rocco al tramonto e le calde tonalità del sole che irradiano le colline circostanti il lago di Bottonega costituiscono un panorama irripetibile. Il suggestivo paesaggio e l’atmosfera di Draguccio hanno affascinato numerose troupe cinematografiche che li hanno eletti a insostituibile scenografia. Nel periodo di giugno, quando si svolge il raduno internazionale dei contrabbassisti, sarete anche allietati dalle melodie di questi strumenti ad arco.
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