
- Gradischie di San Canziano – Capodistria
- Popecchio – Sanigrado – Cristoglie
- Silun – Rozzo – Colmo
- Draguccio – Passo – Gradigne – Moncalvo
- Pèdena – Gallignana – Lindaro
- Pisino – Vermo
- Portole – Circoti – Raccotole di Montona
- Visinada – Madonna dei Campi, presso Visinada – Santa Domenica di Visinada
- Visignano – Mondellebotte – Parenzo
- S. Lorenzo del Pasenatico – Madonna del Lago
- Sorici – Duecastelli – Canfanaro
- Gimino – Sanvincenti
- Valle – Valmadorso – Fasana – Pomer
- Bicicci – Barbana – Prodol
- Iessenovizza – Villanova d’Arsa – Vragna
- Fianona – Bersezio – Laurana
Popecchio – Sanigrado – Cristoglie
Popecchio
S. Elena
Sul ciglione carsico che sembra proteggere l’Istria, al di sopra di un piccolo insediamento abbandonato, si erge una torre rotonda, uno dei numerosi belvederi che toccheremo nel nostro viaggio. Da qui si può osservare l’insediamento che una linea ferroviaria separa dalla sua chiesa cimiteriale. Per soddisfare le esigenze di costruzione di questo binario, i resti degli affreschi allora ritrovati furono rimossi: in parte finirono presso il museo di Capodistria e in parte furono trasferiti nel museo di Lubiana; in epoca più recente entrambi i frammenti sono stati ricomposti sul luogo d’origine. In questi dipinti si riconosce la mano del maestro Giovanni da Castua.
Delle quattro scene conservate, due si rifanno alla leggenda di Elena che è anche la titolare della chiesa. La santa è la madre di Costantino, il primo imperatore cristiano. Convertitasi al cristianesimo, Elena fu una delle prime pellegrine a Gerusalemme e nella Terra Santa, usanza che perdurò per l’intero Medioevo. La figura di S. Elena si riscontra piuttosto di rado; altrettanto insolita è la disposizione delle scene del Crocifisso e dell’Adorazione dei Magi, collocate l’una accanto all’altra. Nelle nicchie sottostanti, notiamo sante dalle fisionomie caratteristiche, le cui gemelle si ripresentano a Cristoglie e a Madonna dei Campi, presso Visinada. Considerato che i pittori tardo-gotici utilizzavano come modelli i fogli grafici dei maestri tedeschi e olandesi del periodo – erano nell’inventario di ogni bottega – non è strano che gli stessi affreschi di Popecchio siano stati realizzati sulla stessa falsariga.
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