
- Gradischie di San Canziano – Capodistria
- Popecchio – Sanigrado – Cristoglie
- Silun – Rozzo – Colmo
- Draguccio – Passo – Gradigne – Moncalvo
- Pèdena – Gallignana – Lindaro
- Pisino – Vermo
- Portole – Circoti – Raccotole di Montona
- Visinada – Madonna dei Campi, presso Visinada – Santa Domenica di Visinada
- Visignano – Mondellebotte – Parenzo
- S. Lorenzo del Pasenatico – Madonna del Lago
- Sorici – Duecastelli – Canfanaro
- Gimino – Sanvincenti
- Valle – Valmadorso – Fasana – Pomer
- Bicicci – Barbana – Prodol
- Iessenovizza – Villanova d’Arsa – Vragna
- Fianona – Bersezio – Laurana
Portole – Circoti – Raccotole di Montona
Portole
S. Elena
A S. Elena, dell’antica chiesa interamente dipinta, si sono conservati gli affreschi dell’Annunciazione sull’arco trionfale e, nella semicalotta dell’abside, un Cristo nella mandorla circondato dai simboli dei quattro evangelisti e da un medaglione rotondo con l’agnello pasquale. Alla sua sinistra è raffigurata S. Elena, mentre alla sua destra si trova con ogni probabilità S. Nazario, vescovo di Capodistria.
La tavolozza del nostro pittore si limita a quattro colori base: bianco, giallo, rosso e blu con riflessi verdi; alcuni dettagli sono realizzati con il viola. Anche se il colore più usato è il rosso, dal punto di vista ottico domina il blu con riflessi verdi, caratteristico di questo pittore. Questo colore, con i suoi toni pastello, crea un’atmosfera surreale e trascendentale, donando morbidezza al dipinto. Impiegando il rosso su un incarnato rosa chiaro, l’artista ottiene un effetto di plasticità. Per delineare i contorni delle silhouette dei corpi si serve di una linea grossa, tesa a separare plasticamente i personaggi dallo sfondo. Il decorativismo è rimarcato dall’abbondante utilizzo di ornamenti, con i quali il pittore imprime profondità alla scena, altrimenti priva di spessore. Predomina un senso di stilizzazione e geometrizzazione delle forme. Le forme tubolari si ripetono sia nel plasmare l’intero corpo che nella realizzazione delle mani, delle pieghe sui vestiti e addirittura sulle ali degli angeli. L’attuale trasparenza dei quadri è soltanto un’impressione dovuta alla parziale caduta del pigmento applicato in uno strato sottile. I dettagli sono sbiaditi, tanto che alcuni personaggi assomigliano a dei fantasmi. I dettagli anatomici e del ritratto sono tipizzati, specialmente i visi ovali e delicati, nonché i capelli biondi ondulati e stilizzati.
Gli affreschi si attribuivano fino a poco tempo fa alla bottega del pittore capodistriano Clerigino; in tempi più moderni la loro paternità è stata definitivamente assegnata alla bottega friulana che operava nella vicina località di Circoti.
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