Portole – Circoti – Raccotole di Montona

Portole

S. Maria

Il panorama su Portole, non importa da dove si proviene, è splendido. E una volta giunti in paese, dalla loggia cittadina, situata di fronte all’entrata principale nella città, si può ammirare la vista del paesaggio circostante. La chiesa di S. Maria si trova ai piedi di Portole, sulla strada che conduce a Stridone, Sterna e Buie, all’ombra di una fila di cipressi.

L’hanno affrescata vari maestri. Il presbiterio gotico non si è conservato e non sappiamo cosa vi sia stato raffigurato. Sull’arco trionfale il pittore ha posto firma e data: Clerigino da Capodistria dipinse l’Annunciazione nel 1471. Sotto a quest’immagine, su ogni lato della volta ci sono tre santi. Clerigino è anche l’autore della Madonna protettrice sulla parete meridionale. La composizione dell’Annunciazione è incorniciata da elementi architettonici: due colonne scanalate e sormontate da capitelli corinzi sorreggono l’architrave adornata da un caulicolo anticato. Sul lato sinistro della volta, un  angelo con vesti chiare sta inginocchiato davanti a un alto muro con merlatura, dietro al quale si ergono chiome d’alberi. Maria è genuflessa con le mani incrociate sul petto, davanti a lei un alto leggio con un libro, alle sue spalle un letto a baldacchino. Il disegno chiaro, l’uso accentuato di motivi anticati e il tentativo di rendere un’impressione illusionistica sono mezzi espressivi del Rinascimento e indicano gli orientamenti moderni che hanno influito sul Clerigino.

Gli altri pittori presentano degli influssi settentrionali, non mediterranei. Sulla parete meridionale, lungo il presbiterio, l’autore del ciclo mariano impiega un delicato stile gotico. Di fronte, fra due bordure di caulicoli d’acanto, sono disposte sei scene dipinte secondo i canoni del Knitterungstil. Nel registro superiore c’è la Madonna sul trono, circondata da angeli; ai lati riconosciamo i SS. Rocco e Sebastiano. Al centro del registro inferiore è decritta la scena di S. Giorgio che uccide il drago; ai due lati la affiancano le figure S. Cristoforo e S. Pietro. Ai piedi di S. Cristoforo notiamo una melusina, una sirena a due code con la corona in testa. Accanto a S. Pietro è raffigurato il donatore, un agricoltore (vediamo anche una roncola) che possedeva abbastanza denaro per poter commissionare questo lavoro. Il resto degli affreschi (un ciclo cristologico di ventiquattro scene) si attribuisce al cosiddetto Maestro Variopinto che semplifica le tendenze pittoriche sub-alpine.

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