
- Gradischie di San Canziano – Capodistria
- Popecchio – Sanigrado – Cristoglie
- Silun – Rozzo – Colmo
- Draguccio – Passo – Gradigne – Moncalvo
- Pèdena – Gallignana – Lindaro
- Pisino – Vermo
- Portole – Circoti – Raccotole di Montona
- Visinada – Madonna dei Campi, presso Visinada – Santa Domenica di Visinada
- Visignano – Mondellebotte – Parenzo
- S. Lorenzo del Pasenatico – Madonna del Lago
- Sorici – Duecastelli – Canfanaro
- Gimino – Sanvincenti
- Valle – Valmadorso – Fasana – Pomer
- Bicicci – Barbana – Prodol
- Iessenovizza – Villanova d’Arsa – Vragna
- Fianona – Bersezio – Laurana
Silun – Rozzo – Colmo
Colmo
S. Gerolamo
Muovendoci da Rozzo in direzione di Colmo, attraversiamo il Viale dei glagoliti, un sentiero di 7 chilometri, lungo il quale sono posti undici simboli dedicati alla scrittura glagolitica e alle radici dell’alfabetizzazione slava. Colmo è nota come “la città più piccola del mondo”. Ovviamente il termine città non è inteso nel senso odierno, ma nella sua accezione medievale: il carattere urbano deriva dall’essere racchiusa da mura e dalla funzione di centro amministrativo esercitato sui paesi circostanti. Fra gli usi medievali, c’era quello di eleggere lo zupano: dopo parecchi secoli questa tradizione è stata ripristinata nel 1977 e da allora si rievoca ogni anno nel mese di giugno. Ma forse l’attrazione principale di Colmo è la chiesa cimiteriale di San Gerolamo.
Vi sono conservati dei preziosi affreschi risalenti all’epoca di transizione tra il XII e il XIII secolo. Sull’arco trionfale la scena dell’Annunciazione è raffigurata davanti alla cornice architettonica di una città. L’angelo pare in movimento, la sua veste sventola, mentre la Madonna seduta sul trono fila la lana. Si tratta di un motivo apocrifo tratto dal protovangelo di Giacomo, molto popolare nell’Oriente cristiano. Le scene più belle sono quelle sulla parete settentrionale: la Deposizione dalla croce e la Deposizione nel sepolcro. Vi si nota la grande maestria del pittore. Per imprimervi nella memoria la grandiosità di quest’opera, soffermatevi un istante davanti all’immagine di Giuseppe l’Arimateo, osservate i nobili tratti del suo volto anziano e quindi i drappeggi dell’ultimo personaggio sulla sinistra. Il senso del volume è dato da una soluzione tecnica: una coerente alternanza di pennellate chiare e scure hanno dato forma alle pieghe dei vestiti. Gli orli dei tessuti sono accentuati con dei lineamenti più chiari detti lumeggiature, mentre i dettagli dell’architettura sono posti in rilievo tramite un uso accorto del colore bianco. Finora lo stile bizantino è stato evidenziato come componente dominante di questa pittura; ricerche più recenti la considerano invece quale anello di congiunzione tra le scuole veneto-aquileiana e austriaco-salisburghese. A riprova citiamo l’interpretazione del Fučić, stando al quale la straordinaria qualità di queste opere scavalca il genius loci e le risorse dei committenti locali; egli presume quindi che dovevano essere state commissionate dal patriarca d’Aquileia, il feudatario più potente nell’Istria di quei tempi.
La chiave della chiesetta è depositata presso la vicina trattoria: dopo averla restituita, non incamminatevi a stomaco vuoto! L’Istria va amata anche col palato: assaggiate la sopa istriana, i fusi, gli strozzapreti, i tartufi, gli asparagi accompagnati da un buon vino malvasia e/o terrano. E se vi trovate nei paraggi nel mese di ottobre, potrete partecipare alla festa della grappa. Vi raccomandiamo però di non mettervi alla guida: piuttosto proseguite il vostro viaggio a piedi o in treno. Nei pressi di Colmo c’è una stazioncina ferroviaria, da dove si può salire in treno e raggiungere agevolmente Cerreto. Una volta a Cerreto, altre località sono a portata di mano: Draguccio, Pisino, Lindaro o Passo.
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