Sorici – Duecastelli – Canfanaro

Sorici

S. Maria Maddalena

La chiesa di S. Maria Maddalena si trova sul territorio dello storico comune di Duecastelli. È situata fuori dall’insediamento, in aperta campagna. Di semplice costruzione, appartiene alla comunissima tipologia architettonica istriana, con un’abside semicircolare sporgente. In Istria, questi tipi di edifici sacri si manifestano generalmente in epoca romanica, ma continuano a venir costruiti anche in epoche successive. Gli affreschi di maggior importanza che vi sono conservati si trovano nell’abside, sull’arco trionfale e su porzioni delle pareti settentrionale e meridionale accanto al presbiterio. La prassi di dipingere soltanto l’area del presbiterio è diffusa su tutto il territorio di Duecastelli: la si applica a partire dagli affreschi protoromanici di S. Agata fino agli spazi tardogotici delle chiese di S. Maria di Lacuzzo e S. Antonio a Duecastelli. Nella conca dell’abside della chiesa di Sorici osserviamo la scena di Cristo sul trono, circondato dai simboli dei quattro evangelisti. Sempre nell’abside, sotto il Cristo, si colloca una serie di apostoli. Sulle rimanenti superfici sono dipinti dei santi, secondo uno schema simile a quello della chiesa della S. Trinità a Santa Domenica di Visinada. Con questi affreschi hanno inoltre in comune il semplice sistema di cornici e la distribuzione degli spazi all’interno delle stesse. Nella scena lo spazio viene definito mediante una graduazione dei tre quadrati (pari a tre cornici), mentre le aureole dei santi si sovrappongono alla cornice superiore di colore giallo. Solo grazie a questo procedimento i personaggi acquistano rilievo nello spazio. A dispetto dell’impostazione semplice con le pieghe schematiche dei vestiti che coprono completamente le gambe, il pittore ha tentato di ovviare la staticità giocando sulla posizione delle mani e sulla torsione delle teste dei santi. Quest’ultimi si distinguono soltanto per i loro attributi. Ad esempio, sulla parete meridionale riconosciamo S. Leonardo dalle catene e un S. Giorgio a cavallo che uccide il drago. Gli affreschi possono essere datati al secondo quarto del XIV secolo. Nei personaggi è evidente il giottismo di terza mano, elaborato attraverso la stilizzazione riminiana. La plasticità giottesca si dissolve completamente, mentre la stilizzazione si fonde con le ombre di colore verde che spiccano maggiormente nei cerchi attorno agli occhi  dei personaggi.

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