Valle – Valmadorso – Fasana – Pomer

Fasana

SS. Cosma e Damiano

La chiesa parrocchiale dei SS. Cosma e Damiano è un edificio gotico a pianta allungata, terminante con un presbiterio poligonale. La sua origine gotica è testimoniata dall’inventario di pietra (il portale, la lunetta sulla facciata e la custodia nel presbiterio), come pure dai resti delle pitture murali. Gli spolia preromanici che riportano il nome del vescovo Firmino sono murati nella facciata e indicano la possibilità che in questo punto sia esistita una chiesa più antica. Oggi in Istria ci sono sei chiese dedicate ai SS. Cosma e Damiano: la parrocchiale di Fasana è una delle più antiche.

Nella navata meridionale della chiesa, accanto alla finestra gotica, si notano i resti di una scena narrativa: si riconoscono figure di soldati e parti dello scenario architettonico. Al di sopra c’è un sontuoso bordo con delle mensole illustrate in prospettiva, la cui plasticità è ottenuta tramite giochi d’ombra. Le mensole sono inclinate in direzione del presbiterio. Ciò indica che la chiesa prima della modifica barocca del tetto era più bassa. Si è conservata una figura a busto intero e vestita di un’armatura che alza il braccio impugnando una mazza ferrata. Di un’altra figura rimane solo un frammento che evidenzia l’arma, simile a una glefa o alabarda. Molto probabilmente l’affresco illustrava il martirio di qualche santo. Il repertorio ornamentale del dipinto lo colloca in un’area di influenza continentale.

In sacrestia si trova un dipinto murale raffigurante la Crocifissione. Ai lati dell’immagine sono rappresentati i SS. Cosma e Damiano, mentre ai piedi della croce ci sono, inginocchiati, S. Maria Maddalena (sinistra) e il donatore (destra). La cornice dell’affresco, costituita da un intreccio semplice, si è conservata quasi per intero. Nel frattempo il dipinto si è molto deteriorato; si salvano a malapena le figure di Maria Maddalena e Damiano. Le caratteristiche morfologiche di quest’ultimo ci aiutano a determinarne l’autore. Indossa il tipico abbigliamento del XVI secolo, epoca in cui l’affresco fu dipinto: pantaloncini stretti; veste corta che gli arriva fino a sopra le ginocchia, rifinita da uno stretto colletto abbottonato attorno al collo; mantello; cappello a tesa larga. I personaggi presentano anatomie forti, hanno mani muscolose e ben formate, gambe messe in evidenza dai vestiti attillati. Le fisionomie dei santi sono stilizzate, tipizzate, mentre il volto del donatore palesa le caratteristiche del ritratto. Nel colorito prevalgono tonalità fredde di blu e verde e i colori arancione-rosso che, assieme al viola, contraddistinguono la scala cromatica tipica del maestro Domenico, già incontrato in altre località. Le somiglianze più evidenti si riscontrano nella chiesa di Mondellebotte, specie nell’immagine di S. Domenica che possiede tutte le caratteristiche pittoriche descritte. Questa attribuzione desta interesse per il fatto che a Visignano Domenico si firma come abitante di Dignano. Alcuni hanno correlato il toponimo “Dignano” al comune italiano in provincia di Udine. In realtà, a giudicare la ricca produzione di questa bottega in Istria, noi siamo propensi ad accogliere la tesi che Domenico sia stato piuttosto residente in Dignano d’Istria.

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