Visignano – Mondellebotte – Parenzo

Parenzo

Basilica Eufrasiana

Il centro della ricca diocesi medievale si sviluppò sulla matrice di una città antica, ancor oggi riconoscibile nel reticolato delle vie disposte ad angolo retto. Il più importante tra i numerosi edifici medievali conservati è la chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna, meglio conosciuta come Basilica Eufrasiana. La parte del complesso protobizantino della basilica gemina con l'atrio, il battistero e il palazzo vescovile appartengono ai beni culturali tutelati dall’UNESCO. Nella basilica non potrete fare a meno di soffermarvi ad ammirare gli interni, i mosaici perfettamente conservati dell’abside centrale, le colonne marmoree con capitelli protobizantini e stuccature, il presbiterio delimitato da lastre di marmo e il ciborio. Tuttavia, vi consigliamo di rivolgere uno sguardo anche agli affreschi. I dipinti murali sulla parete occidentale, sopra l’entrata meridionale, presentano una morfologia ottoniana. Della scena originaria si è conservata solo parte del registro inferiore: Cristo seduto in trono con un libro in mano e due santi che gli si avvicinano sulla destra. Qui c’è inoltre  un frammento di affresco del XIV secolo che raffigura una santa ignota. Nell’abside settentrionale, gli unici resti sono alcuni frammenti del velario con rappresentazioni figurali. Meglio si sono invece conservati gli affreschi nell’ex sagrestia dell'odierna basilica (fine XIV secolo) che sovrastano il presbiterio di quella che una volta era la basilica settentrionale. Più importanti degli affreschi sono i reperti archeologici con l’esedra e il sarcofago di S. Mauro, martire del primo cristianesimo che secondo la leggenda è stato il primo vescovo di Parenzo. Ma concentriamoci sugli affreschi: furono dipinti quando questo luogo era già trasformato in sagrestia. I dettagli sulla parete meridionale fanno pensare alle scene della Passione; sulla parete settentrionale è visibile soltanto la scena col martirio di un santo barbuto, ritratto inginocchiato e nudo fino alla cinta sullo sfondo di un paesaggio collinoso, mentre due torturatori lo percuotono con le clave. Non si sa con certezza di chi si tratti, forse è lo stesso S. Mauro, ma non si esclude che sia parte del martirio dei SS. Gervasio e Protasio, il cui culto è altrettanto diffuso in Istria. Sia quel che sia, ciò che conta è lasciare Parenzo con la consapevolezza che lo sfarzo delle cattedrali poggia sulle ossa dei martiri cristiani. 

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