
- Gradischie di San Canziano – Capodistria
- Popecchio – Sanigrado – Cristoglie
- Silun – Rozzo – Colmo
- Draguccio – Passo – Gradigne – Moncalvo
- Pèdena – Gallignana – Lindaro
- Pisino – Vermo
- Portole – Circoti – Raccotole di Montona
- Visinada – Madonna dei Campi, presso Visinada – Santa Domenica di Visinada
- Visignano – Mondellebotte – Parenzo
- S. Lorenzo del Pasenatico – Madonna del Lago
- Sorici – Duecastelli – Canfanaro
- Gimino – Sanvincenti
- Valle – Valmadorso – Fasana – Pomer
- Bicicci – Barbana – Prodol
- Iessenovizza – Villanova d’Arsa – Vragna
- Fianona – Bersezio – Laurana
Visinada – Madonna dei Campi, presso Visinada – Santa Domenica di Visinada
Visinada
S. Barnaba
Forse non è la via più breve, ma è talmente bella che vi raccomandiamo di passare per Montona e attraversare la tranquilla valle del Quieto. Le foreste lungo le sponde sono habitat di tartufi e pregiati funghi saporiti, note delizie istriane. Ai tempi del dominio veneziano, il fiume Quieto ricopriva un ruolo decisivo nel trasporto del legname dalla Ciceria che si impiegava nella fabbricazione dei remi per le galee veneziane. L’importanza del legno quale materia prima è attestata dall’iscrizione scolpita sotto il rilievo del leone veneziano sulla facciata di uno degli edifici della piazza di Visinada: sono regole riguardanti il commercio del legname. La cisterna realizzata in stile barocco fa da scenografia al festival di poesia ciacava Verši na šterni (Versi alla cisterna). A Visinada si soddisfa lo spirito senza trascurare i piaceri del palato: verso la metà di agosto vi si svolge l’entusiasmante sagra dei dolci caserecci Slatka Istra (Istria dolce).
La chiesa di S. Barnaba si trova al centro della località. In origine aveva due absidi e la navata innalzata. Gli affreschi furono scoperti per caso durante le riprese del film di guerra Kelley's Heroes con Clint Eastwood, Telly Savalas e Donald Sutherland: la chiesa fu adibita a magazzino per i materiali di scena... Il repertorio iconografico del ciclo cristologico propone scene consuete: la Nascita, l’Adorazione dei Magi, la Strage degli innocenti, la Disputa nel tempio, l’Ultima cena, la Crocifissione e la Risurrezione. Sul lato sinistro della parete occidentale vediamo l’Incoronazione della Madonna che sta a simboleggiare la beatitudine del paradiso, contrapposta alle pene dell’inferno rese attraverso diavoli irsuti che tormentano con la tortura fisica alcuni corpi umani nudi. I vivaci colori pastello hanno mantenuto lo splendore originario: osservarli è una gioia per gli occhi. Si riconosce la chiara influenza della scuola emiliana del Trecento che però il semplice registro espressivo tramuta in pittura popolare. Nonostante la maldestra esecuzione dei dettagli, nel complesso i dipinti esprimono una loro armonia.
Gli affreschi sono screziati da graffiti in latino, glagolitico e da disegni graffiati: riportano numerose informazioni su coloro che li hanno realizzati e dei brevi commenti. Per esempio, sulla scena dell’inferno, un glagolita scrive: jao onima koji tamo odu! (Poveri coloro che vi finiranno!)
Print pagina Invia ad un amico